Teramo (15:45 snals) a mano armata

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Nella sua spietatezza il baffo canuto, in un avvallamento prospettico di rettificata ed inclinata giacitura autostradale successiva alla precedente andatura curvilinea, come prode archibugiere della provincia più pericolosa ed impegnativa d’italia, in rifermento ad un millantata consegna segreta telematica, ha mostrato la sua arma di ordinanza (pistola) aprendo scenograficamente lo sportello del portaoggetti dell’auto ‘civetta’ di ordinanza, per una premonitrice avvisaglia alla successiva inscenata rapina del cachet (pastiglia) del negozio di elettrodomestici del ‘Sigillo del Re Salomone’.

Fortunatamente, non senza apprensione, è stato distolto, successivamente, dall’incarico per una rassicurante operatività finalizzata all’irruzione nella biblioteca provinciale, perquisizione settore quotidiani, per sconosciute vicende di cronaca nera (un sospiro di sollievo da parte di tutta la cittadinanza).

Successivamente, sostituendo la targa (DD e blà, blà, blà), si è recato in corrispondenza della proiezione delle scie di condensa senza contrassegni (se fossero state tricolori avrebbe avuto una conferma interpretativa alla sua operatività) alla fine della Strada Provinciale 553 per un messaggio del tutto trascurabile a gratificazione del ludico, all’occorrenza, intercedere come insospettabile, spietato ‘agente segreto’ delle consegne del burlesco incarico telematico, imperscrutabile.

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L’ilarità dell’equipaggio di una pattuglia di ‘guardie’ nel consulto del tabulato (ritagli di giornale), indica la premonitrice, comica parodia dell’imminente, in quanto contemporaneamente satellitare, temporeggiare del ‘ritardato’ (pronto) intervento, al preterintenzionale ‘taglio con lama’, dal punto di vista dello spettatore esterno riferito ad un ambito identificabile, per un minacciato ed auspicato (da parte della vittima) e, alla fine, scongiurato ‘pronto intervento’ [(capelli lisci neri, seduta laterale alla guida e ripetitiva contrazione delle natiche per un irrigidimento posturale accompagnato da un incontrollabile serie di smorfie labiali per un atteggiamento da duro di provincia, vigliacco nell’alibi dell’ipocrita, meschina improbabile interpretazione ‘riflessiva’ e personale dell’abitacolo, (duro di provincia) in divisa. L’altro capelli ricci da permanente (tipica foto pubblicitaria da anni ’80 per salone da parrucchiere per uomo)].

Ambedue, successivamente, alla guida di due autocisterne dei vigili del fuoco in via Luigi Antonelli.

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Nel loro temerario temporeggiare per rispettose consegne di incarichi risoluti, sono stati, altresì, licenziosi nella loro indisponente esecuzione appartatamente circoscritta e momentanea [pugno nell’occhio del maresciallo dai pantaloni della tuta blu (ngul’ a sor’t)], per un’interpretazione di rimozione mentale, psicologicamente personale, riguardo a supposti atteggiamenti autoritari, in una presunta ossequiosa, licenziosa e compromettente subalternità burlesca alle consegne, riferita, indicativamente, nella sua sintesi operativa, indirettamente all’aeronautica millantata.

Strattonare la felpa mentre si salgono i gradini del dislivello delle due strutture ospedaliere, per una terapia di intervento operatorio consuetudinario, indica, non solo, l’avviso sotto copertura (l’alibi dell’appartenenza ai servizi segreti), ufficioso, dell’ambito istituzionale, ipocritamente, volutamente parallelo, nella sua temporeggiante presunta, omertosa legalità (servizi segreti) della preclusa provocazione della inaccettabile sfida della minaccia armata, ma anche, l’atteggiamento da vedetta della caserma d’avorio della presunta legalità del ‘deserto dei Tartari’, in uno sconsolato atteggiamento indagatore delle beffarde consegne dell’operatività militare, in attesa di un risoluto regolamento di conti interno, volutamente e sbrigativamente provocatoria,  per un auspicato intervento, dall’iniziale operatività del canuto baffone del cachet dello speziale, della squadra del ‘ritardato, successivo intervento’ del Vice Questore Diego Marra.

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A garanzia di tutta la boriosa operatività del saltellante emorroidale guidatore (n’gul a mamm’t), valgano come indicative, le interpretazioni dello sgranare, spalancare gli occhi o allargare le palpebre, che vanno riferite allo sfilare il giornale da sotto il braccio da parte di un distinto uomo d’affari in trench nell’underground londinese (oltre l’occasionalità delle comparse, oggetto di indagine, rimangono esclusivamente le interpretazioni recitative degli uomini in divisa) in riferimento alla richiesta di informazioni su una struttura ricettiva (accommodation) e il successivo istrionico, personale, sbalordimento, oppure del distogliere lo sguardo come riferimento, sempre, dal punto di vista interpretativo, intimo e personale, ad un vigile urbano, sconsolato ed irritato, per la chiusura temporanea e pretestuosa di un arteria secondaria del traffico cittadino per un interpretazione simbolica della temporeggiante, annosa, ritardata affiliazione, auspicata per un amnistia generale sul coinvolgimento all’illegale e licenziosa operatività, agli immaginari servizi segreti, della quale, il riferimento delle gambe divaricate con la gonna nella postura delle braccia conserte,  a ridosso della balaustra indossando gli occhiali dalle lenti scure, rimanda inesorabilmente ad aspettative annose e, ciclicamente, confusionarie dal punto di vista del protagonismo personale, palesemente, segreto e recidivo.

L’interpretazione, scontata e beffarda dell’aeronautica millantata in visita al ridente ‘borgo selvaggio’, riguarda l’improbabile attitudine al coinvolgimento all’operatività segreta degli impresentabili, inopportuni, accidentalmente territoriali, tutori della struttura militare contigua, ramificata e non selettiva, nell’atteggiamento solidale nel dispensare accomodanti accorgimenti sull’avventata operatività dell’irrimediabilmente pregiudicato, dal punto di vista legale, Distretto di Polizia.

Per interpretare la contrapposizione di forze, basti considerare ed interpretare lo svelato tacito atteggiamento delinquenziale, senza riferimento istituzionale, con presupposti di presentabilità, riferito, oltraggiosamente, ai cosiddetti, evidentemente volutamente auspicati nell’immaginario infantile, ‘servizi segreti’, opportunamente ‘deviati’, nella loro operatività licenziosa di cui, Egon Bittner, risulta essere un timido, ingenuo e sprovveduto interprete sociologico del trascurabile ‘Skid Row’ della microcriminalità (sociologicamente pericolosi).

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Wormhole, conceptual artwork

Come annunciato dal titolo, nel film gli esseri umani lasciano il Sistema solare e raggiungono stelle lontane, addirittura in un’altra galassia. Questo viaggio è impossibile con le tecnologie aerospaziali di cui disponiamo oggi; e se pure inventassimo nuovi fantastici sistemi di propulsione, richiederebbe tempi lunghissimi.

interstellar_gargantuaEcco perché c’è bisogno della scorciatoia cosmica rappresentata nel film da un wormhole, una sorta di tunnel gravitazionale, che nel film qualche misteriosa entità ha generosamente creato e posizionato vicino a Saturno.
In origine è stato Einstein nel 1935, insieme al fisico Nathan Rosen, a interstellar_wormholeconcepire l’idea del wormhole (che perciò è chiamato anche «ponte di Einstein-Rosen»). Di solito lo si
raffigura con disegni in cui lo spazio è ridotto a due dimensioni, come la superficie di un foglio.

Per andare dalla Terra a una stella lontana stando sul piano del foglio, il percorso sarebbe lunghissimo; ma può diventare molto breve se esiste un «tunnel» che collega tra loro due porzioni della superficie.
Il film introduce il concetto di pagine20da20ei52016_app_arch_23201694713wormhole con quest’analogia bidimensionale, per poi mostrare −
con grande efficacia grafica − che nello spazio reale a tre dimensioni il «buco d’ingresso» di un wormhole in realtà è una sfera (e il condotto del tunnel, di conseguenza, avrebbe quattro dimensioni).

Il primo pianeta extrasolare visitato dai protagonisti del film, ricoperto d’acqua, è in orbita intorno a Gargantua, un buco nero. Il pianeta dunque si trova in una regione dello spazio-tempo deformata da un campo gravitazionale intensissimo, perciò è un luogo in cui − per chi osserva da lontano − il tempo scorre molto lentamente.

Al contrario, per gli astronauti che visitano il pianeta il tempo sull’astronave-madre scorre velocemente; infatti essa li attende lontano dal buco nero, dove la gravità è molto minore. Così, quando si ricongiungono all’astronave-madre, dopo aver passato poche ore sul pianeta, scoprono che il loro collega li ha attesi per vent’anni.
In questo non c’è nulla di paradossale. Nel caso dei celebri gemelli della relatività speciale si ha un apparente paradosso perché, per ciascun gemello, dovrebbe essere il tempo dell’altro gemello a rallentare. La dilatazione del tempo della relatività generale, invece, è un effetto gravitazionale e non è simmetrico per i diversi osservatori.

Riflessioni sulla fisica di Interstellar

 

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http://www.video.mediaset.it/video/tg5/full/edizione-ore-20-00-del-19-agosto_639913.html [00:20:26/27]